ferire, con la bellezza


"Scopo del teatro è ferire lo spettatore con la bellezza" Carlos Alsina

Mi hanno colpito queste parole di Carlos Alsina durante il seminario che ho seguito lo scorso fine settimana a Chioggia, presso l'associazione Arena Artis. Mi hanno colpito, dicevo, come se le avessi già sentite altrove. Ho sfogliato un po' di appunti, e ho scoperto che Cora Herrendorf aveva pronunciato una frase simile durante l'ultimo laboratorio del CETT sul Conflitto: "Il teatro contiene in sé tutte le arti, ed è per le persone che amano la bellezza".

Ebbene, il teatro è dunque sintesi di saperi oppure un'arte a sé stante?
Questione troppo delicata per una pivellina come la sottoscritta, che ancora sta imparando l'ABC.
Meglio lasciare ad altri più esperti il piacere di questi dibattiti, e concentrarsi sulle basi... E, a proposito di basi, questo seminario è stato davvero illuminante: Carlos Alsina è un eccezionale pedagogo, un insegnante paziente e generoso come pochi.

Ha reso evidente a tutti quanto impegnativo sia il mestiere dell'attore - nel caso qualcuno avesse ancora dei dubbi - e mi ha chiarito molti aspetti tecnici del lavoro di improvvisazione. Alsina, che ha sposato il metodo delle azioni psicofisiche di Stanislavskij, non si stancava mai di ripetere "Amici miei, le azioni parlano!" e invitarci a trovare soluzioni sempre nuove, azioni trasformatrici, a creare sempre nuovi vincoli con i colleghi attori e attrici, nuovi conflitti.


Ho imparato che solo grazie all'opposizione dell'Altro si possono trovare nuove strade; solo ricordando che non si lavora per se stessi ma per l'Altro si può migliorare; solo entrando in conflitto con l'Altro, condividendo razionalità ed emozioni, potrò permettergli di crescere e crescerò a mia volta. Un principio valido in teatro come nella vita.

Commenti

Anonimo ha detto…
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