nuvole e bestie di paesi lontani

Un uomo si sveglia prima dell'alba, finisce di preparare la valigia, mangia con la moglie e la figlia. Silenzi. Tanti sguardi, un abbraccio. Poi la partenza da una città piena di ombre inquietanti verso un paese lontano, in cerca di fortuna.

Inizia così Là où vont nos pères (edizione francese de The Arrival, pubblicato da Levine Books nel 2007), un libro illustrato davvero fuori dal comune, anzi talmente straordinario da lasciare senza parole. E, guarda caso, non vi sono parole in questa raffinata graphic novel, ma solo delicati disegni color seppia capaci di evocare immagini potenti e indelebili - come il senso di straniamento di un immigrato senza nome, la sua nostalgia di casa, lo smarrimento di fronte al teatro della burocrazia, lo stupore di fronte a cibi sconosciuti, la gioia di trovare nuovi amici e nuova vita.
Quanta grazia, quanti dettagli incredibili nei suoi disegni! Questo è proprio un capolavoro - giustamente premiato al festival del fumetto di Angoulème.
Non è solo per la tecnica strepitosa. Mi ha molto colpito l'enorme lavoro di ricerca fatto dall'autore, l'australiano Shaun Tan, che per quattro anni ha raccolto testimonianze e storie di migranti, tra cui quella di suo padre.
Ho iniziato a sfogliare questo libro per caso, in un grande magazzino degli Champs Elysées in cui mi ero rifugiata per ripararmi dal temporale che a Pasqua ha quasi allagato Parigi, e mi sono davvero emozionata tanto davanti ai suoi mondi fantastici, alle sue nuvole magiche e ai suoi animali bizzarri.
E così mi è ritornata alla mente l'Australia, il viaggio che ho fatto alcuni anni fa, e un altro libro delizioso, acquistato ad un mercatino di Sydney, Diary of a Wombat. Mi rendo conto che ho lasciato un pezzettino di cuore anche laggiù, downunder. E mi manca tantissimo.

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