neve tanta, neve ovunque


Neve tanta, neve ovunque. Rocce scure, montagne, e un torrente fangoso che divide la terra a metà.
Due eschimesi stanno in piedi sulle due rive opposte, divisi dalle acque scure. Vestiti di pellicce pesanti, alla maniera degli Inuit, si guardano negli occhi nonostante la distanza fragorosa.
Lentamente, si tolgono le pesanti pelli. Le sagome di due corpi giovani, un uomo e una donna, si stagliano nell’inverno. Fermi, solo per un attimo.
Senza che gli sguardi si perdano, si avvicinano al torrente. In sincrono perfetto, immergono un piede, poi l’altro. L’acqua non è profonda, arriva loro al petto, entrambi avanzano verso il centro del fiume.

Vogliono incontrarsi.

Ma il loro corpo inizia a sciogliersi. Prima i piedi, poi le ginocchia, il ventre, il cuore, le braccia.
Arrivati al centro, di loro ormai non restano che gli occhi, per un attimo si avvicinano, si fondono e si sciolgono nell’acqua, diventata luminosa e chiara.

Sono anni ormai che prendo diligentemente nota dei miei sogni, riscrivendoli il mattino seguente. Ne ho fatti di molto più complicati e più strani ancora.

Quel che non m’aspettavo, è che nella mia visione onirica ci fosse una specie di colonna sonora. Poco distante dalla scena suddetta, suonava il gruppo rock dei dei Kabul Dreams. Nientedimeno che le voci dell’Afghanistan che rinasce. Di sicuro il loro video di Sadae Man ha molto suggestionato le mie visioni oniriche.

Se questi sono gli effetti di due anni senza tivù, vissuti solo ascoltando musica e radio, beh, penso d’aver fatto davvero una buona scelta.

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