archeologia, perché?
"Perché spendere denaro per mandare un gruppo di archeologi a fare scavi interminabili nel deserto quando invece si potrebbe investire quel denaro altrove?"
Ecco, mi sento spesso fare questa domanda ogni volta che torno da una mostra e racconto entusiasta quello che ho visto, come di ritorno dalla mostra Idoli a Venezia.
Risposta mia: ma perché si scoprono un'infinità di cose interessanti e importanti!
"Tipo?"
Respiro.
"Per esempio, si scopre come è cambiata la geografia della Terra nei secoli. Dove c'era foresta è arrivato deserto, fiumi hanno cambiato corso. E se succedesse ai giorni nostri?
Perché anche solo immaginare che qualcuno in Afganistan abbia scolpito una statuetta di lapislazzuli migliaia di anni prima di Cristo, e che questa sia stata portata in viaggio fino in Egitto ha dell'incredibile. Riesci a immaginare il viaggio? Niente mezzi né strade, né carte geografiche. Niente. Eppure qualcuno lo fece. E non è incredibile? Tu, lo faresti?
Perché prima dell'arrivo degli Dèi uomini, vi fu un tempo in cui si adoravano Dèe donne, e questo non l'avremmo mai saputo se centinaia di studiosi non avessero studiato carte e libri di storia, e se centinaia e centinaia di archeologi non avessero passato così tanto tempo a cercare e scavare, nel deserto ma non solo.
Perché per capire quello che tu sei oggi non mi basta sentirti raccontare la tua giornata, né basta sapere di come hai trascorso la settimana o l'ultimo mese.
Per arrivare a quello che sei oggi ci hai messo una vita. Tu sei anche quello che è accaduto negli scorsi anni, nella tua giovinezza, nella tua infanzia.
Ecco, lo stesso è, più in larga scala, per l'umanità."
Altri spunti per argomentare?
Commenti