febbraio
Probabilmente mi sono persa. Probabilmente.
Ma veniamo al libro. Una donna è ferma al semaforo.
Caos, clacson, inquinamento.
Suo figlio è sul sedile posteriore dell'auto, è appena andata a prenderlo all'asilo.
Davanti a lei, due Peugeot affiancate: il conducente urla complimenti grossolani alla ragazza che guida la Peugeot vicina; questa abbassa il finestrino e gli presenta il dito medio prima di sfrecciare via.
Semaforo verde, si riparte tutti. Nella strada pubblicità pacchiane ovunque, la donna intanto pensa alle parole del suo psicoterapeuta; pensa all'amica d'università perduta; pensa alle avances del socio di suo marito.
Benvenuti a Teheran.
Eppure una sola cosa mi ha colpito di questo libro, chissà perché: il fatto che sia la protagonista del libro sia l'autrice, l'iraniana Sara Salar, abbiano press'a poco la mia età.
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