da non regalare a San Valentino


Un'idea per San Valentino? No, non direi.
Se in Tuttalpiù muoio (Fandango, 2006) questo giovane autore ed attore raccontava con uno stile spiazzante e selvatico quella corsa ad ostacoli che è la propria vita, nel suo ultimo libro Filippo Timi si concentra sull'altra metà del cielo, dando corpo ad un doloroso dizionario di storie ed inquietudini femminili.
Il linguaggio è molto poetico, ricercato - forse un po' forzato in certi punti - ma le situazioni, le emozioni descritte sono così vere, così reali che è impossibile non ritrovarsi in uno dei tanti racconti che si inanellano senza sosta, senza altro legame al di fuori dello struggimento che accomuna tutti, donne e uomini di carta e di carne.
Questo è uno dei passi che preferisco:
"Ho tenuto buoni per tanto tempo i cani della ragione, ma la luna è diventata più grande e il pianto dentro al corpo s'è fatto marea. Non riesco a trattenermi dall'allungare le mani verso le rose.
Anche se le spine sono belle grosse, io le mani le allungo ugualmente, anzi, sembra quasi che siano le spine ad attirarmi.
I rimorsi esistono per le persone che credono nel ritorno, che credono sia possibile stare sospesi in una caduta e magari anche salire all'insù.
Insomma per quelle persone che credono di avere più destini"
Filippo Timi, E lasciamole cadere queste stelle, 2007, Fandango
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