"Nonno, mi racconti dei tempi di guerra?" Era un tormentone, la mia fissa da bambina. Ogni scusa era buona per chiedere a mio nonno Erminio di srotolare i suoi ricordi: che fosse la mattina mentre inzuppava il bussolà nel caffelatte; mentre si dannava a strappare le erbacce che infestavano l'orto; o mentre era concentrato a riparare un paio di sandali in quel bugigattolo impregnato di cuoio e lucido da scarpe che era il suo negozio da ciabattino. Qualunque cosa stesse facendo, mi guardava col suo sorriso mite e si metteva a pensare. Sceglieva con cura i pezzetti di memoria meno amari, quelli che potevano arrivare alle orecchie di una bambina, e li raccontava con una leggerezza tale da farmeli sembrare delle favole. Era il suo modo tenero di volermi bene, di proteggermi. Per fortuna, quelle piccole storie le ricordo. Tormentavo anche mia nonna, comunque. Le storie di mia nonna non iniziavano con il c'era una volta, ma sempre con: " Sono nata in tempo di guerra....
foto Norda Brilo Ecco, ne ho combinata un’altra delle mie. Stamattina, al terzo tentativo di spegnere la sveglia, ho urtato e fatto cadere a terra il mio angelo – proprio questa statuina di legno che si vede in foto. Ho sentito un lievissimo crack , mi sono alzata in tutta fretta insolentando la mia sbadataggine, e infatti: una delle colombe s’è staccata, finendo sotto il comò. In preda allo sconforto più grigio, ho tentato di rimediare il danno usando ben due tipi di colla (tra cui una falsissimamente pubblicizzata con la dicitura “presa-immediata-non-fa-fili”…) ma niente, non tiene. Qualsivoglia suggerimento per la riparazione sarà immensamente gradito. Ho trovato quest'angelo a Castelmonte , e l'ho portato a casa mia. Mi aspettava in un negozietto di souvenir religiosi, educatamente annoiato, sperso tra chincaglierie di dubbio gusto e montagne di li...
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